Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.

Romeo & Juliet - Recensione

11/11/2013 | Recensioni
Romeo & Juliet - Recensione

L’eterna storia d’amore di Romeo e Giulietta, la più immortale e celebre tra le tragedie shakespeariane, torna un’altra volta sul grande schermo per la regia di Carlo Carlei (regista calabrese d’origine che ha vissuto a lungo negli States e che ha avuto nel 1992 un folgorante debutto con La corsa dell’innocente) e la sceneggiatura rielaborata da Julian Fellowes (autore anche dell’ottimo script di Gosford Park di Altman).
Romeo & Juliet è uno dei titoli presentato Fuori Concorso oggi al Festival di Roma.
E’ storia nota. Le trasposizioni per il grande schermo del dramma dei due sfortunati amanti di Verona sono molte, per restare alle più celebri come non ricordare quella di Franco Zeffirelli del 1968 (premiata con due Oscar) e quella originalissima, colorata, pop e pulp di Baz Luhrman con Di Caprio del 1996. Per trasferirci nel campo dell’animazione, basterà ricordare il recente Gnomeo e Giulietta che ha immaginato i due amanti come due gnomi da giardino appartenenti a due vicini di casa rivali.
La domanda è una sola: perché girarne un’altra versione dalla messinscena piuttosto tradizionale anche se arricchita da una bella ricostruzione scenografica (le riprese sono state effettuate tra Subiaco e Caprarola nel Lazio, a Verona e Mantova e a Cinecittà) e dai bei costumi di Carlo Poggioli? La regia di Carlei è certamente accurata ma piuttosto tradizionale, l’unico spostamento operato è quello dal Medioevo della tragedia originale a un sontuoso (per ambienti e costumi) Rinascimento.
Forse si voleva riproporre la storia ai giovani di oggi in una versione romantica e allo stesso tempo accessibile a tutti?
Sia come sia, l’operazione non trova una vera ragion d’essere, forse anche per la scelta di alcuni interpreti. Per i due protagonisti la scelta è infatti indovinata a metà. Se nei panni di Romeo il bellissimo Douglas Booth (già interprete della serie della BBC Grandi speranze ispirata a Dickens) offre una prova tutto sommato convincente, la giovanissima Hailee Steinfeld (interprete della serie televisiva di successo Downtown Abbey) appare poco in parte e piuttosto incolore. 
Salvano il salvabile alcune caratterizzazioni eccellenti, in primis quella del grande (e lui si carismatico) Paul Giamatti nei panni di Frate Lorenzo, Damian Lewis (noto per la serie Homeland) nelle vesti di Lord Capuleti, il grande attore svedese Stellan Skarsgård (che vedremo in Thor: The Dark World) nei panni del Principe di Verona.
Breve comparsa di Laura Morante nelle vesti della madre di Romeo.
Una trasposizione onesta, elegante e accurata ma nulla di più, dall’opera sembra latitare quello che l’ha resa un capolavoro unico e irraggiungibile: la potenza di suggestione del racconto shakespeariano, il conflitto tra un’ardente passione giovanile e irrazionali faide familiari, i crudeli giochi di un destino beffardo.

Elena Bartoni
 

 


Facebook  Twitter  Invia ad un amico  Condividi su OK Notizie 
 

Notizie in evidenza

Collabora con Voto 10
Seguici su Facebook Seguici su Google Plus Seguici su Twitter
Seguici su YouTube Registrati alla nostra Community Abbonati al nostro feed rss

I CINEMA DELLA TUA PROVINCIA

Advertising   Chi siamo   Collabora con Noi   Cookie Policy   Privacy   Termini e Condizioni d'Uso   Web TV  
 
Cerca
powered by Roma Virtuale :: Web Agency